Nella cassetta dei Coleotteri Carabidi è presente una coppia (maschio e femmina) ed una larva di Carabus (Procerus) gigas Creutzer, 1799: specie a tegumento superiormente molto corrugato, di color nero, la sua larva presenta invece colorazione nera con una bella sfumatura azzurra. Si tratta del più grosso Carabide della fauna italiana, potendo raggiungere i 6.5 cm di lunghezza. In Italia la specie risulta prevalentemente diffusa nel Friuli Venezia-Giulia e nel Bellunese, dove è particolarmente frequente in tutto lAlpago. Sembra che C. gigas sia in grado di formare ibridi con laffine Carabus (Procustes) coriaceus Linnè, 1758, (vedi stessa cassetta entomologica), caso abbastanza raro tra i coleotteri.
Nella cassetta entomologica attigua, tra le altre specie, è presente il carabide Pterostichus (Oreophilus) multipunctatus Dejean 1828. È elemento interessante per la sua odierna distribuzione geografica, relitto di unarea che in epoche passate (antecedenti al Quaternario) era ben più estesa; attualmente invece, oltre ad essere presente su tutto larco alpino centro-occidentale, la specie occupa due zone puntiformi corrispondenti al Monte Grappa ed al Monte Cavallo. Qui P. multipunctatus ha potuto salvarsi dalla distruzione dei ghiacci quaternari perché i due gruppi montuosi emergevano dalle coltri glaciali di fondovalle; costituivano cioè due Massicci di Rifugio.
Proseguendo nellosservazione delle cassette entomologiche riguardanti i Coleotteri, noteremo il vistoso Lucanide Lucanus cervus (Linné, 1758), più comunemente noto come Cervo volante. Il suo nome deriva dallo sviluppo e dalla ramificazione delle mandibole del maschio che ricordano le corna di un cervo; è in assoluto il più grande coleottero europeo, potendo raggiungere 8.5 cm di lunghezza. Lo sviluppo della sua larva è legato al legno morente ed in decomposizione delle querce. La passata abitudine di asportare dal bosco ed eliminare il legno delle piante non sane, determinò, come conseguenza, una progressiva rarefazione dellhabitat di sviluppo di questa specie e quindi anche una sua parallela rarefazione.
(Cassetta dei Crisomelidi). Specie di una certa importanza sono i Coleotteri del genere Donacia Fabricius, 1775 e Plateumaris Thomson, 1859. Limportanza ecologica delle donacie s.l. è determinata dal fatto che sono insetti strettamente legati alla vegetazione degli ambienti acquatici (canna di palude, ninfee) che si ritrova nelle pozze dalpeggio, stagni e rami morti di fiumi. È risaputo che questo tipo dambiente è dappertutto in forte regresso, a seguito della bonifica delle aree paludose e per labbandono della pratica dellalpeggio. Di conseguenza anche le specie vegetali ed animali di questi habitat sono a rischio di estinzione.
In Alpago abbiamo potuto rinvenire tre specie di Donacie s.l. e precisamente:
Donacia reticulata (Gyllenhal, 1817): raccolta sia nel Lamaraz di S. Anna (Tambre dAlpago) m 1050 che allOasi naturalistica Lago di S. Croce (Farra dAlpago) m 370. La specie è segnalata su piante di Sparganium spp., Carex spp. e Typha latifoglia; durante il nostro lavoro labbiamo raccolta anche su piante di Phragmites australis.
Donacia aquatica (Linné, 1758): raccolta nel Lamaraz di S. Anna m 1050. Si nutre su piante di Sparganium simplex, Ranunculus spp. e Carex spp.
Plateumaris consimilis (Schrank, 1781): ritrovata in svariate località dellAlpago: Tambre m 920, Lamaraz di S. Anna m 950, località Pianon (Tambre) m 950; Chies dAlpago: Casera Cate m 1050, Chies dAlpago: Pian Formosa m 1100, Chies dAlpago: località S. Daniele m 720; Farra dAlpago: Oasi naturalistica Lago di S. Croce m 270. Specie molto variabile nel colorito: dal verde metallico, al bronzo, allazzurro scuro, a volte anche di color rosso intenso. Si nutre del polline di svariate piante del genere Carex e probabilmente anche di Caltha palustris.